Dazi: la voce del Presidente Capelli
Dazi. Accordo non indolore. Ora Ue sostenga competitività delle nostre imprese. A Mantova l’export resiste ma necessario guardare a mercati alternativi agli USA.
Una recente analisi di Confartigianato individua 25 mercati internazionali ad alto potenziale (esclusi gli Stati Uniti) che, secondo le proiezioni, potrebbero generare un aumento complessivo dell’export di 20,4 miliardi di euro nel 2025.
Così Lorenzo Capelli, Presidente di Confartigianato imprese Mantova:
“L’accordo sui dazi Usa al 15% mette fine all’incertezza di questi mesi, ma non sarà indolore per le nostre imprese, poiché quello statunitense è il secondo mercato mondiale, dopo la Germania, per l’export made in Italy, con un valore di 66,8 miliardi di euro, pari al 10,4% delle nostre vendite all’estero. Ora è più che mai necessario che l’Ue si concentri su politiche industriali finalizzate ad aumentare la competitività delle aziende, insieme al Governo italiano deve intervenire per il contenimento dei costi energetici. Le nostre imprese pagano l’energia il 28% in più rispetto alla media europea, anche a causa di una eccessiva tassazione in bolletta.
Per quanto riguarda il territorio mantovano, le esportazioni delle micro e piccole imprese verso gli Stati Uniti, nei dodici mesi conclusi a marzo 2025, ammontano a 102 milioni di euro. Si tratta di una quota non marginale, in particolare se consideriamo che Mantova ha registrato un andamento positivo dell’export sia nel 2024 (+9,5%), sia nel primo trimestre del 2025 (+4,7%) dimostrando quindi una buona capacità di resistenza alle turbolenze statunitensi.
Pur non essendo una delle province più esposte in termini assoluti, Mantova si distingue per una certa dinamicità nei flussi verso gli USA.
Tuttavia, con l'introduzione dei nuovi dazi, la tenuta di questo mercato non è garantita. È quindi fondamentale per le imprese mantovane, come per tutto il sistema produttivo italiano, guardare anche a mercati alternativi. In questo senso, un recente report redatto dal nostro Ufficio studi segnala 25 mercati internazionali ad alto potenziale, che già nei primi quattro mesi del 2025 hanno mostrato performance molto positive.
Tra i mercati più promettenti spiccano: gli Emirati Arabi Uniti, con una crescita dell’export italiano del +20,9%; il Brasile, in aumento del +14%; la Svizzera (+13,1%); la Spagna (+10,7%); l’Arabia Saudita (+9,6%), il Portogallo (+8,6%) e la Repubblica Ceca (+8,5%).
Complessivamente, i 25 top market presi in esame (esclusi gli USA) assorbono il 61,5% delle esportazioni italiane e, secondo le proiezioni, potrebbero generare un aumento complessivo dell’export di 20,4 miliardi di euro nel 2025, il quale potrebbe compensare in modo significativo il calo sul mercato statunitense causato dai dazi.
Questi dati rafforzano l’idea che la diversificazione geografica sia una strada non solo prudente, ma necessaria per territori come Mantova in cui la struttura economica si fonda su un tessuto di MPI orientate all’export. Se adeguatamente supportate, le nostre aziende possono cogliere le opportunità offerte da mercati alternativi, per mantenere competitività e stabilità anche in un contesto globale sempre più frammentato.”
Una recente analisi di Confartigianato individua 25 mercati internazionali ad alto potenziale (esclusi gli Stati Uniti) che, secondo le proiezioni, potrebbero generare un aumento complessivo dell’export di 20,4 miliardi di euro nel 2025.
Così Lorenzo Capelli, Presidente di Confartigianato imprese Mantova:
“L’accordo sui dazi Usa al 15% mette fine all’incertezza di questi mesi, ma non sarà indolore per le nostre imprese, poiché quello statunitense è il secondo mercato mondiale, dopo la Germania, per l’export made in Italy, con un valore di 66,8 miliardi di euro, pari al 10,4% delle nostre vendite all’estero. Ora è più che mai necessario che l’Ue si concentri su politiche industriali finalizzate ad aumentare la competitività delle aziende, insieme al Governo italiano deve intervenire per il contenimento dei costi energetici. Le nostre imprese pagano l’energia il 28% in più rispetto alla media europea, anche a causa di una eccessiva tassazione in bolletta.
Per quanto riguarda il territorio mantovano, le esportazioni delle micro e piccole imprese verso gli Stati Uniti, nei dodici mesi conclusi a marzo 2025, ammontano a 102 milioni di euro. Si tratta di una quota non marginale, in particolare se consideriamo che Mantova ha registrato un andamento positivo dell’export sia nel 2024 (+9,5%), sia nel primo trimestre del 2025 (+4,7%) dimostrando quindi una buona capacità di resistenza alle turbolenze statunitensi.
Pur non essendo una delle province più esposte in termini assoluti, Mantova si distingue per una certa dinamicità nei flussi verso gli USA.
Tuttavia, con l'introduzione dei nuovi dazi, la tenuta di questo mercato non è garantita. È quindi fondamentale per le imprese mantovane, come per tutto il sistema produttivo italiano, guardare anche a mercati alternativi. In questo senso, un recente report redatto dal nostro Ufficio studi segnala 25 mercati internazionali ad alto potenziale, che già nei primi quattro mesi del 2025 hanno mostrato performance molto positive.
Tra i mercati più promettenti spiccano: gli Emirati Arabi Uniti, con una crescita dell’export italiano del +20,9%; il Brasile, in aumento del +14%; la Svizzera (+13,1%); la Spagna (+10,7%); l’Arabia Saudita (+9,6%), il Portogallo (+8,6%) e la Repubblica Ceca (+8,5%).
Complessivamente, i 25 top market presi in esame (esclusi gli USA) assorbono il 61,5% delle esportazioni italiane e, secondo le proiezioni, potrebbero generare un aumento complessivo dell’export di 20,4 miliardi di euro nel 2025, il quale potrebbe compensare in modo significativo il calo sul mercato statunitense causato dai dazi.
Questi dati rafforzano l’idea che la diversificazione geografica sia una strada non solo prudente, ma necessaria per territori come Mantova in cui la struttura economica si fonda su un tessuto di MPI orientate all’export. Se adeguatamente supportate, le nostre aziende possono cogliere le opportunità offerte da mercati alternativi, per mantenere competitività e stabilità anche in un contesto globale sempre più frammentato.”